Colloquio Online

Risposte entro 24/48h

Consulenza su misura

 

L’abuso edilizio in centro storico non sempre va demolito

Studio Legale DGGR > Diritto amministrativo  > L’abuso edilizio in centro storico non sempre va demolito

L’abuso edilizio in centro storico non sempre va demolito

abusivismo-edilizio-centro-storico

Il Consiglio di Stato con la sentenza n.1084 del 10 marzo 2014 ha enunciato il principio innovativo secondo cui è illegittimo il provvedimento comunale con il quale si ingiunge la demolizione di opere di ristrutturazione edilizia – realizzate in zona «A» e in assenza del permesso di costruire o in totale difformità – senza alcuna motivazione in ordine alle ragioni della scelta della sanzione demolitoria rispetto a quella pecuniaria.

Fino ad oggi, infatti, la “riduzione in pristino” (cioè la demolizione dell’abuso) veniva considerata come il normale strumento per «riportare lo stato di fatto a quanto previsto per lo sviluppo edilizio del territorio», soprattutto con riferimento agli interventi nei centri storici (zone «A» dei piani urbanistici) soggetti al parere della Soprintendenza.

Nel caso in esame (avente per oggetto più interventi edilizi qualificati dai giudici amministrativi come un unico intervento di «ristrutturazione»), il Consiglio di Stato, invece della riduzione in pristino, ha ipotizzato a favore dell’autore dell’abuso una via di uscita di carattere generale affermando che è sempre necessario scegliere tra sanzione demolitoria e quella pecuniaria.

Il Collegio richiamando l’art.33 co.4 del Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. n.380/2001), secondo cui l’ufficio richiede all’amministrazione competente alla tutela dei beni culturali e ambientali apposito parere vincolante circa la restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione pecuniaria, riconosce anche in capo all’Ente locale – quando la Soprintendenza non si pronuncia – una certa discrezionalità sulla scelta della sanzione da applicare (riduzione in pristino o sanzione pecuniaria) ritenendo che l’autore dell’abuso abbia sempre diritto ad una scelta motivata che tenga conto sia dell’abuso effettuato sia della specifica situazione oggetto di tutela.

Compila il form se vuoi ricevere una consulenza